Citare gli Stati Uniti è uno sproposito: esclusi i nativi, è un paese tutto di immigrati, più o meno recenti, dove però ora si spara su coloro che tentano di passare i confini senza permesso. L'Australia, altro paese di immigrati, respinge in mare le imbarcazioni che cercano di entrare clandestinamente.
Questa di ora, non è certo l'immigrazione che ha popolato questi paesi, che avevano una densità di popolazione inferiore a un abitante per chilometro quadro: questa sembra assomigliare alle invasioni barbariche che segnarono la fine dell'impero romano d'occidente.
Masse di popolazioni che anelano alla cività e benessere di nazioni progredite, offrendo, in cambio, al massimo, manodopera per niente qualificata per cui le tribù barbare si stanziavano nei terreni che i cittadini romani non volevano più coltivare. Fino a quando la sproporzione numerica non li portava al saccheggio, con il conseguente crollo delle infrastrutture pubbliche e delle attività economiche.
Ci sarebbero voluti mille anni per riprendersi e tornare a quel livello di cività.